Criṡàlide

GALANTE MENICHINI ARCHITETTI

Il camerino è un passaggio.
E’ la porta che mette in comunicazione la vita reale ed il palcoscenico, la crisalide dove si attua la metamorfosi di un artista.

criàlide s. f. [dal lat. chrysal(l)is -ĭdis, gr. χρυσαλλίς -ίδος, der. di χρυσός «oro», per l’aspetto dorato dell’involucro (cfr. il sinon. aurelia)]. – In zoologia, stadio ninfale, o pupale, delle farfalle che si presenta (sempre immobile o quasi) sotto forma varia: nuda (anoica), sospesa a un filo sericeo (succinta) o, più spesso, protetta (evoica) da un involucro costruito dalla larva prima della metamorfosi, formato di seta o di un impasto di seta e materiali diversi. Olio di crisalide, olio ottenuto dalle crisalidi del baco da seta e adoperato nell’industria del sapone.

Premessa.

Un camerino teatrale: abbiamo inteso questo progetto come lo sviluppo di un tema dal punto di vista del progettista degli spazi. Lungi, quindi, dal citare dotti riferimenti al mondo del teatro, musica, danza, abbiamo cercato di trasmettere una suggestione utilizzando gli strumenti del progetto.

METAMORFOSI

E’ il tema che abbiamo scelto. E’ la metamorfosi dell’artista che avviene nel passaggio dalla vita reale a quella forse ancor più reale del palcoscenico. Questa metamorfosi avviene in un luogo ben preciso: il camerino.

ANALOGIA

E’ lo strumento che consente di agire sullo spazio con un intento narrativo/ metaforico, ovvero come tradurre in termini spaziali la metamorfosi.

INTENTO

Costruzione di una “crisalide”, termine metaforico che identifica il processo metamorfico.

SPAZIO

“Metamorfizzare” / trasformare uno spazio forzando le regole della percezione visiva ed enfatizzando il valore evocativo delle superfici dei materiali.

CRISALIDE

Un manufatto rivestito interamente dalla terra cruda di Matteo Brioni che ricrea il bozzolo all’interno del quale si confrontano la natura morbida e rassicurante delle finiture e quella algida dei prismi a specchio (realizzati da Giorgetti). L’illusione ottica di un orizzonte fittizio, creato dall’impercettibile cambio di superficie ad altezza occhi, completa il dialogo tra la luce naturale del lucernario che lambisce il pannello decorato da Pictalab e quella artificiale fornita dall’essenzialità dei corpi illuminanti di Flos.

FUNZIONI

Il primo obiettivo del progettista resta quello di soddisfare le funzionalità dello spazio. La difficoltà maggiore è stata quella di far convivere due postazioni da trucco, più una seduta comoda, come la dormeuse, in uno spazio estremamente piccolo. Abbiamo cercato di convertire in punti di forza quello che potrebbe apparire un limite. Di conseguenza le due postazioni trucco sono diventate armadi a specchio che, oltre alla funzionalità di guardare la propria immagine riflessa, offrono prospettive allargate del piccolo ambiente. Una volta aperta l’anta a tutta altezza si scopre un mondo del tutto diverso di materiali e superfici più calde illuminate dalle lampadine della specchiera.

 

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